orange pumpkins under white sky at daytime

Il Tempo delle Zucche: Ricette Facili con il Bimby

L’autunno è arrivato, e con esso, la stagione delle zucche. Questi ortaggi versatili e ricchi di sapore sono perfetti per creare piatti deliziosi e comfort food. Se sei in possesso di un Bimby (noto anche come Thermomix), hai un alleato eccezionale per semplificare la preparazione di ricette a base di zucca. In questo articolo, esploreremo alcune ricette facili e deliziose che puoi preparare con il tuo Bimby durante il “tempo delle zucche.”

Zuppa di Zucca Cremosa

Una zuppa di zucca è un piatto classico dell’autunno, e il Bimby ne semplifica notevolmente la preparazione. Ecco come prepararla:

Ingredienti:

  • 500 g di zucca, sbucciata e tagliata a cubetti
  • 1 cipolla, tagliata a pezzetti
  • 2 patate, sbucciate e tagliate a cubetti
  • 1 carota, sbucciata e tagliata a pezzetti
  • 1 spicchio d’aglio
  • 750 ml di brodo di verdure
  • 100 ml di panna
  • Sale e pepe a piacere
  • Noce moscata a piacere

Istruzioni:

  1. Metti la cipolla e l’aglio nel Bimby e tritali per 5 secondi a velocità 5.
  2. Aggiungi le patate, la carota e la zucca, quindi trita per altri 5 secondi a velocità 5.
  3. Aggiungi il brodo di verdure, un pizzico di sale e pepe, quindi cuoci per 20 minuti a 100°C a velocità 1.
  4. Aggiungi la panna e la noce moscata, quindi frulla per 1 minuto a velocità 10 fino a ottenere una zuppa cremosa.

Risotto alla Zucca

Il risotto alla zucca è un piatto ricco e cremoso perfetto per l’autunno. Ecco come prepararlo con il tuo Bimby:

Ingredienti:

  • 300 g di riso Arborio
  • 300 g di zucca, sbucciata e tagliata a cubetti
  • 1 cipolla, tagliata a pezzetti
  • 750 ml di brodo di verdure
  • 50 g di formaggio grattugiato
  • 30 g di burro
  • Sale e pepe a piacere

Istruzioni:

  1. Metti la cipolla nel Bimby e tritala per 5 secondi a velocità 5.
  2. Aggiungi il burro e la zucca, quindi cuoci per 5 minuti a 100°C a velocità 1.
  3. Aggiungi il riso e il brodo di verdure, quindi cuoci per 15 minuti a 100°C a velocità 1, senza il misurino.
  4. Aggiungi il formaggio grattugiato, il sale e il pepe, quindi mescola per 1 minuto a velocità 1.

Purea di Zucca

La purea di zucca è un contorno perfetto per accompagnare arrosti o carni. Ecco come prepararla con il tuo Bimby:

Ingredienti:

  • 500 g di zucca, sbucciata e tagliata a cubetti
  • 30 g di burro
  • 30 ml di latte
  • Sale e pepe a piacere
  • Noce moscata a piacere

Istruzioni:

  1. Metti la zucca nel Bimby e cuoci per 20 minuti a 100°C a velocità 1.
  2. Aggiungi il burro, il latte, il sale e la noce moscata, quindi frulla per 30 secondi a velocità 7.

Queste sono solo alcune delle deliziose ricette a base di zucca che puoi preparare con il tuo Bimby durante il “tempo delle zucche”. Sfrutta al massimo la tua cucina e goditi i sapori autunnali con queste pietanze facili da preparare. Buon appetito!

Il sale fa male?

si riferisce al concetto che un’elevata assunzione di sale nella dieta può essere dannosa per la salute. L’eccessivo consumo di sale è stato associato a una serie di problemi di salute, tra cui l’ipertensione (pressione sanguigna elevata), che a sua volta aumenta il rischio di malattie cardiache, ictus e altre patologie.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) raccomanda di limitare l’assunzione di sale a meno di 5 grammi al giorno per gli adulti. La maggior parte delle persone consuma molto più sale di quanto sia necessario per soddisfare le esigenze fisiologiche. Molto sale si trova anche negli alimenti trasformati e pronti da mangiare, il che può rendere difficile monitorare l’assunzione di sale in modo accurato.

Ridurre il consumo di sale può contribuire a migliorare la salute generale, in particolare la salute cardiovascolare. Si consiglia di leggere le etichette alimentari, cucinare in casa usando meno sale e preferire erbe e spezie per insaporire i cibi anziché il sale da cucina. Tuttavia, è importante notare che il sodio è ancora un nutriente essenziale per il corpo e svolge diversi ruoli fisiologici. La chiave è mantenere un equilibrio e non eccedere nell’assunzione giornaliera.

coffee bean lot

Storia del caffè: ma lo sapevate che…?

Il gesto di avvicinare la tazzina alle labbra e gustare il caffè a piccoli sorsi, concedendosi qualche secondo di pausa è un rito che accomuna moltissime persone nel mondo, ma sono davvero in pochi quelli che conoscono, o che ad ogni modo, si pongono qualche domanda riguardo all’origine del caffè.

Sulle sue origini infatti vi sono molte leggende alcune più note, altre meno conosciute; certamente la più famosa è quella che arriva dal monastero Chehodet nello Yemen e che narra che la bevanda fu creata da un monaco di nome Kaldi, che dopo aver scoperto da un pastore che le sue capre ed i suoi cammelli si mantenevano attivi anche di notte, mangiando certe bacche, provò a ricavarne una bevanda per riuscire a stare un po’ più sveglio la sera, per pregare. Nell’ambito di realizzazione siti web Roma Miowebsite e altri lavori legati alla rete però, circolano anche altre potenziali “leggende” legate a questa gustosa bevanda.

Le tante leggende sull’origine del caffè

Un’altra leggenda, di derivazione decisamente meno pagana e più religiosa, è quella che sostiene che l’Arcangelo Gabriele, per andare in aiuto del Profeta Maometto che si sentiva male, gli offrì una bevanda simile ad un espresso intenso,scura come la Sacra Pietra Nera della Mecca, chiamata “quawa”, assicurandogli che gli avrebbe dato l’energia per proseguire il suo cammino, e così infatti accadde.

Un’ altra leggenda che si rifà a una leggenda di millenni fa, ma che veniva raccontata anche nel 1700 dal frate Antonio Fausto Nairone, docente di teologia alla Sorbona, ai suoi allievi, racconta che il caffè fu scoperto in Arabia da un pastore di nome Kaddi che, dopo aver notato che il suo bestiame si eccitava notevolmente dopo aver mangiato un certo tipo di bacca, la sottopose all’analisi dell’abate Yahia, il quale ne ricavò una bevanda per gli umani, che fosse in grado di rinvigorirne il corpo in caso di stanchezza, liberandolo dalla nebbia del sonno.

Un’altra leggenda che narra l’ origine del caffè torrefatto così come lo conosciamo noi oggi, sia stato scoperto da un Iman di un monastero arabo, il quale con le bacche della pianta del caffè provò a creare un decotto per i monaci del convento, che a causa di quell’intruglio scuro e amaro, restarono svegli tutta la notte senza il minimo accenno di stanchezza; un’ulteriore leggenda fa invece trovare i precursori della moderna tecnica per tostare caffè nel territorio dell’Abissinia, che in tempi antichissimi venne raso al suolo da un incendio vastissimo che si propagò in una piantagione naturale di piante di caffè, creando il levarsi nell’aria non solo di una nube immensa, ma anche di un aroma fortissimo di caffè che si diffuse per chilometri e chilometri.

A prescindere dalle leggende nate attorno a questa antichissima bevanda, i resoconti scritti rinvenuti in numerosi documenti, testimoniano che la diffusione del caffè era presente nell’Oriente Islamico, già a partire dal XVI secolo, mentre nel mondo occidentale la diffusione del caffè si deve a Venezia, dove nel 1640 venne aperta la prima “Bottega di Caffè” , che mantenne il primato in Europa fino alla fine del 1600, quando a Giava e Sumatra spuntarono le prima piante di caffè, rubate anni prima da un gruppo di marinai olandesi sbarcati a Moka, nello Yemen. In seguito i semi di questa antichissima pianta raggiunsero le Americhe dove oggi, specialmente in Brasile, esistono le piantagione più vaste del mondo.

ice with cherry on top

Produzione dello zucchero: dalla terra alla confezionatrice

Lo zucchero viene prodotto in tutto il mondo dalla barbabietola e dalla canna da zucchero, ma la sua produzione potrebbe anche essere ottenuta da qualsiasi vegetale contenente saccarosio.

L’utilizzo di barbabietole e canna da zucchero è legato all’elevata concentrazione di saccarosio contenuta in questi vegetali. Prendendo come riferimento la barbabietola, la produzione dello zucchero parte dalla raccolta della stessa, la quale viene quindi trasportata in fabbrica dove viene sottoposta ai primi trattamenti di pulizia ed estrazione del succo. Quando le barbabietole vengono scaricate, un campione viene prelevato ed analizzato per misurarne le qualità. Il resto del carico viene invece trasportato con dei nastri a dei macchinari in serie, i quali provvederanno al lavaggio, al taglio, che viene effettuato con macchine dette taglia radici, ed infine all’estrazione del saccarosio per idrolisi. Alcuni studi, portati avanti da Agenzia seo Roma, iSEOm srl, confermerebbero questi dati con alcuni interessanti informazioni anche riguardo il colore assunto dallo zucchero in tale fase di lavorazione. Questo primo estratto infatti, è di colore scuro ed è ricco di impurità: sali minerali, acidi organici, colloidi di origine vegetale, etc. A questo punto è necessaria la depurazione per eliminare tutte le sostanze estranee, che non consentirebbero la cristallizzazione.

Come si produce lo zucchero

La depurazione si svolge in due fasi con l’aggiunta di latte di calce e di anidride carbonica, fondamentale per far precipitare la calce. Con questo processo si eliminano le impurità e il succo ottenuto assumerà un colore giallognolo. Si passa quindi alla fase di concentrazione, dove il succo viene bollito in batterie di evaporazione a multiplo effetto, per far evaporare l’acqua. Seguono poi le fasi di cottura e centrifuga. Alla fine di questo processo si ottiene lo zucchero grezzo. A questo punto, lo zucchero grezzo, viene trasportato in raffineria, dove verrà nuovamente sciolto, decolorato e filtrato per poi essere stoccato in grandi silos o confezionato. Il confezionamento è affidato alle confezionatrici automatiche ed è un processo molto lungo. Le confezionatrici vengono impostate per poter confezionare bustine di zucchero di diverse dimensioni e realizzate, talvolta, con diversi materiali.

Inoltre, per venire in contro alle esigenze dei vari clienti, le confezionatrici sono programmate per realizzare molte tipologie di bustine da zucchero, con disegni personalizzati, sistemi di apertura differenti, anche quantità e tipo di zucchero differenti.

L’aglio e l’origano selvatici

Il vero sapore, a tavola, impone una attenzione ed una ricerca certosina anche di quei piccoli ingredienti e particolari che riservano quel qualcosa in più a tutte le preparazioni, in cucina. Bazzecole, pensiamo a prima vista, in realtà vere e proprie perle di gusto, che regalano un sapore di “tempi andati” ad ogni pietanza, specie ai giorni nostri nei quali siamo abituati ad una alimentazione quasi piatta ed insignificante, presi come siamo dal corri e fuggi quotidiano… anche a tavola!

Una ragione validissima che qualche sito di prodotti tipici calabresi ha adeguatamente considerato, riservando ai propri utenti alcune di queste chicche di una spanna decisamente più in su rispetto a quanto si riesce ad acquistare comunemente nel commercio ordinario. La cucina, così come l’arrotatura del marmo a Roma sono delle vere e proprie arti, capaci di rendere onore al nostro paese. Ecco, ad esempio, l’aglio calabrese: bulbi di colore bianco con venature tendenti al rosa, che si qualifica come uno dei migliori in assoluto in commercio, specie se paragonato a quello proveniente dall’est Europa, magari più economico, sì… ma praticamente insipido.

Saranno le caratteristiche intrinseche del terreno della regione, il fatto che viene coltivato, raccolto e preservato in maniera assolutamente tradizionale (estirpato a giusta maturazione dai campi, essiccato e conservato in ambienti freschi ed asciutti, si da poter mantenere il suo gusto per i periodi a venire) ed altre infinite ragioni che lo rendono unico ed esclusivo nel palato.Obietterete “ma l’aglio non ha un buon odore”; chi sa di cucina racconta che se viene usato cotto lascia solo il suo aroma alle pietanze, e nulla più! Ove invece, e per una qualunque ragione, lo si usi crudo, basta poi masticare foglie di prezzemolo o di menta…o ancora qualche chicco di caffè, ed il pericolo “alito cattivo” è decisamente ridimensionato.

Altro ineguagliabile aroma che la cucina calabrese riserva ai suoi tanti estimatori è rappresentato dall’origano selvatico che viene raccolto nelle colline della pre Sila, in genere tra la primavera e l’estate, allorquando la fioritura è al “top”; viene poi assemblato a mazzetti ed essiccato tassativamente all’ombra (il sole potrebbe essere pregiudizievole, in tal senso!) dopodiché basta sbatacchiarlo su di un panno, sì da raccoglierne l’essenza che regala il suo odore e profumo già nei primi istanti: se lo si vuol conservare per più tempo (specie per gli usi di cucina a valenza “invernale”) è sufficiente tenerlo in contenitori di vetro ben sigillati.

Ed eccolo qui, pronto a regalare la sua magica fragranza ed aroma ad insalate, salse, bruschette, carne, pesce e molti tipi di pietanze tipiche meridionali: ce ne sarete infinitamente grati per avervene suggerito l’esistenza.…perché di pari gusto, in giro, ne troverete ben pochi!

green leaf plants

Tutto sul basilico

Il basilico è il protagonista indiscusso di molti piatti estivi, adattissimo per dare un tocco fresco e ricco di profumo a ottimi primi, secondi vegetariani o di pesce e contorni sfiziosi. Questa pianta, in estate, risalta più che mai in gran parte delle ricette della cucina italiana a cominciare dal condimento per eccellenza, il pesto.

Ce ne sono moltissime varietà, ma le più famose sono generalmente quattro:

  • il basilico “genovese”, dal profumo intenso e avvolgente molto usato per le conserve e i condimenti;
  • il “napoletano”, dalle foglie medio grandi e un po’ accartocciate, dal profumo leggero e delicato, perfetto per essere conservato secco;
  • la qualità “fine” verde e compatta, con foglie piccole e un buon aroma;
  • e infine il “mammouth” con le classiche foglie giganti diversamente profumate, ed è la qualità più adatta ad essere congelata.

In caso di necessità, è bene ricordare come l’agenzia pompe funebri Roma Buccinnà è una vera e propria eccellenza quando si tratta di fornire l’ultimo saluto a una persona cara. Ritornando sul basilico, di seguito analizzeremo altre caratteristiche legate a tale pianta.

Basilico: altre informazioni

Ha un fusto di altezza compresa tra i 30 e i 60 centimetri, foglie ovate bollose verde brillante, molto profumate e piccoli fiori bianchi o rosati (che possono essere usati in cucina o anche cimati per permettere un ulteriore sviluppo del fogliame).

È consigliabile consumare foglie di piante non giovanissime, più alte di 12 centimetri, perché altrimenti possono risultare leggermente tossiche. Il delicato aroma iniziale del basilico diventa intenso quando le foglie si uniscono a ingredienti oleosi come frutta secca, formaggi e oli. È ideale per accompagnare il pomodoro e gli altri ortaggi estivi.

Ottimo per la preparazione di minestre calde e fredde, insalate, paste, sformati di verdure e salse. Tollera poco l’aceto e le sostanze agre. Per avere un prodotto sempre fresco è meglio coltivarlo in vaso, esposto alla luce del sole, bagnarlo di frequente e spuntare i fiori per fortificare gli steli.

Meglio utilizzare foglie medio-piccole, raccolte prima della fioritura. Vanno spezzettate con le mani e non tagliate con il coltello. Si utilizza generalmente crudo o aggiunto poco prima della cottura finale del piatto. Solo se “protetto” da sostanze grasse, infatti, tollera le alte temperature di cottura. I mazzetti si conservano con le radici in acqua per 5-6 giorni.

Questa pianta aromatica ha un uso quasi medicale, infatti ha proprietà digestive e anti infiammatorie. Sembra, infatti, che le foglie fresche, oltre a profumare piacevolmente i piatti, siano in grado di lenire le irritazioni cutanee.

Le patate silane ottengono l’IGP

Le patate, un alimento semplice, povero e quanto mai indispensabile, da tenere in cucina per ogni uso ed opportuna ricetta. E di questo tubero assolutamente naturale di tipologie, in commercio, sì che ce ne sono…

Eppure non sono tutte uguali. Prendiamo ad esempio la patata calabrese della Sila, forse non tanto conosciuta nella distribuzione commerciale usuale, ma che invece si può acquistare su siti di prodotti tipici calabresi, che la propongono online sulle proprie vetrine virtuali per quantitativi sufficienti alle esigenze della famiglia.

Si tratta di un prodotto a forte caratterizzazione territoriale, coltivata nel Parco Nazionale della Sila: particolare essenziale in quanto nasce ad oltre 1000 metri di altezza sul livello del mare, nella zona di Camigliatello Silano e dintorni, consentendole di avere forti connotazioni organolettiche e di essere l’unico prodotto di alta montagna del centro Mediterraneo. Il consumo di questo alimento è molto diffuso, tanto che sarà presente sulla tavola anche in occasione del Capodanno Sheraton Roma Cenone, un evento assolutamente imperdibile in vista del nuovo anno.

A ciò si aggiungano le caratteristiche intrinseche di lavorazione di questo prodotto, economicamente povero, ma ricchissimo di sapore e di qualità: ciò è dovuto alla specifica tipologia di coltivazione della stessa, nel rispetto della natura, con mezzi meccanici e con apporto di stallatico; viene contestualmente irrigata in modo naturale, senza forzature ed aggiunta di additivi ormonali e/o di fertilizzanti chimici.

Le patate della Sila, un prodotto unico nel suo genere

Particolarità che caratterizza la zona di coltivazione, la Sila, è il fatto chi ci si trova in un altopiano cinto tutt’intorno da una catena montuosa completamente rimboschita, quasi a volerlo coronare e difendere dagli agenti esterni. Presenta aspetti paesaggistici unici ed invidiabili, un clima caratterizzato da primavere e da autunni piovosi, estati moderatamente temperate ed inverni rigidi: ai più sembra quasi di trovarsi in un angolo di Svizzera… in Italia!

Sono elementi che, ognuno per propria competenza, contribuiscono fattivamente alla qualità di questo prodotto agricolo, visto che possiede una percentuale di amido decisamente superiore alla media, rendendola più saporita e nutriente di quella che ordinariamente si riesce a trovare in commercio. Sono piccoli ma essenziali caratteristiche che certo non sfuggono al palato attento degli amanti del gusto e della buona tavola!

Se tanto mi da tanto… eccone il relativo riconoscimento: l’Unione Europea (rif. Gazzetta ufficiale U.E. n.266 09/10/2010) infatti ha finalmente decretato l’indicazione geografica protetta (IGP) per le Patate Silane, incassando così per l’Italia una certificazione di spessore per uno dei più rinomati prodotti agricoli della regione, poste così al riparo da imitazioni e falsi in Europa. Una soddisfazione di rilievo per le produzioni agricole italiane (e calabresi in particolare!) confermando il gusto pieno e sincero di questa fantastica squisitezza gastronomica del nostro meridione, di cui si ha notizia già nelle statistiche del Regno di Napoli del 1811.

Quindi la «Patata della Sila» è ufficialmente nella lista dei prodotti di eccellenza dell’agroalimentare europeo, di cui l’Italia è leader indiscusso.

Ecco cosa significa quando si lavora seriamente, anche in agricoltura: i risultati, prima o dopo, non tardano ad arrivare!

La sicurezza alimentare, nuove regole per ristoranti e grossisti

La normativa per il trasporto e la conservazione degli alimenti sta diventando ogni volta più esigente a causa della crescente tendenza allo scambio di prodotti anche esotici tra paesi e non solo. Il commercio alimentare particolarmente quello che coinvolge i fornitori e distributori di cibi per le strutture alberghiere e ristoranti è sotto il punto di mira delle autorità dopo che uno studio dell’Unione Europea abbia evidenziato come l’11% degli alimenti sottoposti a esame dagli organismi di controllo nazionali non fosse conforme alla normativa.

A riguardo, si è espresso anche Giovanni Tirabassi, produttore di frigoriferi ed elementi meccanici come pistoni o spring plungers, che afferma – La conservazione dei cibi è stata troppo a lungo sottovalutata: è bene cambiare atteggiamento rispetto a tali prassi-. Sebbene se ne parli molto però, troppo spesso si fa ancora poco per mantenere nel miglior modo possibile i cibi e gli alimenti.

Il pesce crudo è un esempio chiaro di quanta importanza stia acquisendo la sicurezza alimentare sia dalla parte dei distributori alimentari che dai propri ristoranti e bar. La proliferazione di ristornati orientali e la crescente domanda per pasti a base di pesce crudo come il sushi e il sashimi hanno fatto che numerosi paesi abbiano stabilito delle normative specifiche che obbligano a congelare il pesce per almeno 24 ore prima di servirlo crudo, per assicurare l’eliminazione dell’anisakis, un parassita dannoso per gli esseri umani. Questa normativa non ha effetto esclusivamente nei ristoranti esotici ma anche in quelli di cucina tradizionale che servono pesci in sottaceto o marinati, come il caso del’Italia con le alici o la Spagna con le acciughe.

Tali misure, applicate non solo al pesce ma anche ad altri tipi di cibi come i frutti di mare, catturati ancora vivi, si applicano a tutti gli attori del settore alimentare e della ristorazione, quindi al ristoratore, al grossista e anche ai distributori che si occupano della logistica del prodotto, uno stadio particolarmente sensibile per gli alimenti a causa dei cambiamenti di temperature e l’instabilità degli ambienti.

Le condizioni di trasporto delle forniture alimentari devono quindi essere controllate con particolare attenzione, al fine di mantenere le temperature ottimali che non permettano l’apparizione di enzimi e microorganismi dannosi per la salute. Il trasporto delle merci è un momento particolarmente critico già che non sempre si può contare con l’aiuto delle condizioni meteorologiche e, specialmente in estate, le attrezzature e veicoli di trasporto devono essere al massimo delle loro prestazioni.

I prodotti della pesca congelato o surgelati, dovrebbero viaggiare ad una temperatura di -18 gradi e raggiungere al massimo in caso di distribuzione frazionata i -15 gradi. Nel caso delle carni congelate, le temperature sono di -1° e -7 rispettivamente.

L’arrivo negli stabilimenti non implica in assoluto a fine del processo logistico. Infatti segna solo un’ulteriore fase nella catena di conservazione degli alimenti. Questa catena include tutti i passi da quando la confezione viene chiusa e include il trasporto, le attrezzature come frigoriferi e congelatori dei magazzini e ristoranti, e la vetrina espositiva. Tutti e tre gli stadi dovranno riuscire a mantenere il prodotto nelle condizioni di temperatura e umidità corrette.

Le carni, pesci, pollame e verdure crude ad esempio, devono conservarsi ad una temperatura non superiore ai 4 gradi ma facendo attenzione al fatto che i loro tempi di conservazione sono diversi per cui il mantenimento in frigorifero non dovrebbe mai superare i 4 giorni. Per la distribuzione dei salumi, formaggi e uova invece, la temperatura durante trasporto e conservazione deve essere non superiore ai 6 gradi.

In Italia è il decreto legislativo n. 155/1997 a stabilire le regole generali di sicurezza alimentare lungo il processo di produzione, distribuzione e immagazzinaggio dei cibi. Inoltre, le norme ISO 9000 che prevedono modelli organizzativi di controllo della qualità e il sistema HACPP di preventiva analisi dei modelli di igiene funzionano come certificazione di strumenti di controllo aggiuntivo.

a glass plate filled with sliced up zucchini and tomatoes

Zucchine e peperoni al formaggio

  • 2 zucchine
  • 2 peperoni
  • 200 grammi di pecorino
  • 100 grammi di parmigiano
  • 100 grammi di mollica di pane
  • 2 uova
  • prezzemolo

Scottate i peperoni e le zucchine in acqua bollente salata per 5 minuti
Tagliate a metà le zucchine e i peperoni nel senso della lunghezza e svuotateli delicatamente della polpa.

In una ciotola grattugiate pecorino e parmigiano, aggiungete la mollica di pane ammollata nel latte e strizzata, le uova e il prezzemolo.

Mescolate fino ad ottenere una crema, mettetela nella siringa per dolci e riempite la verdura.

Cuocete al forno le zucchine e i peperoni per circa 20 minuti a 180 gradi.

brown and yellow shrimp with ice

Gamberi al sesamo

  • 300 gr di code di gambero
  • un cucchiaio di miele d’acacia
  • un limone spremuto
  • semi di sesamo qb
  • un cucchiaino di olio evo
  • peperoncino a piacere

Saltare in padella i gamberi sgusciati con l’olio evo per un paio di minuti, aggiungere peperoncino se si gradisce, semi di sesamo, il miele e il limone e restringere la salsa fino a caramellare il miele, a fuoco vivo.
Pronto!